Dal 10 Febbraio 2025 sarà possibile presentare domanda per Il Fondo Competenze per l’Innovazione, istituito per supportare le aziende nell’adeguamento ai nuovi modelli organizzativi e produttivi, favorendo l’acquisizione di competenze necessarie per affrontare le transizioni digitale ed ecologica.
Esso finanzia parte del costo dei lavoratori che, in coerenza con le intese di rimodulazione sottoscritte tra datori di lavoro e parti sindacali, sono coinvolti in percorsi formativi.
L’obiettivo principale è promuovere la formazione continua come strumento chiave per il futuro del lavoro.
Chi sono i soggetti beneficiari?
I beneficiari sono i datori di lavoro privati, comprese le società a partecipazione pubblica, che abbiano sottoscritto accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro finalizzati a percorsi di formazione per il miglioramento delle competenze dei lavoratori.
Qual è l’agevolazione economica?
Il contributo massimo varia in base alla tipologia di intervento:
- Sistemi formativi: fino a 12 milioni di euro per ciascun gruppo, con un limite del 60% dei lavoratori dipendenti coinvolti del big player capofila.
- Filiere formative: fino a 8 milioni di euro per progetto.
- Datori di lavoro singoli: massimo 2 milioni di euro, con l’obbligo di presentare una sola domanda di contributo.
il Fondo copre:
- il 60% della retribuzione oraria
- il 100% dei contributi previdenziali e assistenziali per le ore dedicate alla formazione.
Per i percorsi presentati da sistemi formativi o filiere formative, la quota retributiva finanziabile sale all’80%.
Il 100% della retribuzione oraria è coperto per lavoratori disoccupati da oltre 12 mesi, assunti con contratti di apprendistato di alta formazione e ricerca successivamente alla pubblicazione del decreto ministeriale e prima dell’inizio della formazione.
Quali sono le attività e spese ammissibili?
Sono ammissibili a contributo progetti formativi per i lavoratori, in coerenza con le intese di rimodulazione sottoscritte tra datori di lavoro e parti sindacali.
Gli accordi devono essere concordati con le rappresentanze sindacali e devono includere i seguenti elementi:
- Progetti formativi per i lavoratori.
- Numero di lavoratori coinvolti nei percorsi.
- Quota dell’orario lavorativo da destinare allo sviluppo delle competenze.
- Eventuale coinvolgimento di lavoratori disoccupati, preselezionati dal datore di lavoro, nei percorsi formativi.
Le aree di intervento includono:
- Sistemi tecnologici e digitali.
- Intelligenza artificiale.
- Sostenibilità e impatto ambientale.
- Economia circolare.
- Transizione ecologica.
- Efficientamento energetico.
- Welfare aziendale e benessere organizzativo.
Il piano deve inoltre documentare le competenze già possedute dai lavoratori e prevedere interventi di formazione personalizzati in base ai fabbisogni specifici.
La progettazione deve essere coerente con gli obiettivi di apprendimento indicati nel decreto ministeriale 115/2024, riferiti ai repertori di competenze di settore.
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